Passaggio 1: premessa

Al tempo attuale, per far fronte ai numerosissimi impegni e obblighi quotidiani, lavorativi, scolastici e sentimentali, l'uomo vive costantemente in modo frenetico: è palese, dunque, che l'essere umano sia continuamente accompagnato da stress e tensioni le quali, quando degenerano e lo opprimono eccessivamente, sfociano in una sindrome ansiosa a tutti gli effetti. 

Sin dai tempi di Seneca, agli albori dell’era cristiana, si parlava già di ansia. Non le veniva dato questo nome, né esisteva una scienza psicologica in quanto tale. Tuttavia, anche i filosofi di quel tempo erano impegnati a riflettere sul comportamento degli esseri umani e riuscirono a tracciare alcune linee essenziali sul modo migliore di vivere.

Seneca, da buon stoico, cercava di vivere una vita virtuosa. Questo grande filosofo vide che molte persone vivevano immerse nella preoccupazione. Di fronte a ciò dichiarò: “Quello che consiglio è di non essere infelice di fronte alla crisi; perché può essere che i pericoli davanti ai quali impallidisci […] non ti raggiungeranno mai; certamente non sono ancora arrivati”.

In questo modo Seneca solleva ciò che alcune correnti psicologiche hanno verificato successivamente: l’ansia è quella sensazione che scaturisce aspettandosi il peggio, senza che sia accaduto.

 

Passaggio 2: definizione

Il termine ansia deriva dal Latino angĕre, che significa stringere, ed è una manifestazione, per quanto sgradevole, di comune riscontro in vari momenti e situazioni della vita umana.

L'ansia è uno stato di disagio psicologico caratterizzato da una sensazione di forte preoccupazione e tensione. L'individuo ansioso è tormentato da una situazione di incertezza nei confronti di uno o più eventi, che a seconda dei casi possono essere ben caratterizzati o indefiniti, percepiti come positivi o considerati negativi.  Associata a una condizione di allerta e paura nei confronti di tutto ciò che è all'esterno, generalmente è una reazione “esagerata” rispetto alla reale situazione. Questo stato emotivo coinvolge non soltanto il singolo soggetto, ma anche le persone che lo circondano.

 

Passaggio 3: sintomi
I sintomi di questo stato emotivo sono il nervosismo, l'apprensione, l'insonnia, l'apnea, la facilità al pianto, le palpitazioni, la debolezza, i crampi allo stomaco e molti altri ancora.

A livello corticale il cervello non funziona come dovrebbe, l’amigdala e l’ippocampo assumono il controllo totale del cervello e dal momento in cui questo succede, si percepiscono solo due cose: la paura e la sensazione di essere minacciati da qualcosa. Questo è il motivo per cui la sindromeansiosa spesse volte degenera in palpitazioni, tachicardiatremorinausea, vasocostrizione periferica, iperidrosi e affaticamento respiratorio.

 

Passaggio 4: cause

L'ansia può avere diverse origini (fattori ereditari, biologici o psicologici) e tante forme. In generale, viene innescata da una mancata risposta di adattamento dell'organismo a uno stress, di natura prevalentemente psichica.
La sindrome ansiosa rientra tra le turbe psicologiche di difficile interpretazione, considerato che l'ansia, che può scoppiare improvvisamente, è l'effetto di una molteplicità di elementi incastonati l'uno sull'altro: è un circolo vizioso comprendente pensieri confusi, paure infondate, tormento e talvolta ossessione, che sfociano spesso nelle sensazioni corporee incresciose sopra descritte.

Passaggio 5: interventi

Il sostegno delle persone care è importante, qualche volta è necessario l’aiuto di uno specialista.

Tutti i disturbi di ansia possono essere curati, persino i più gravi; per questo esistono molti tipi di interventi in funzione del tipo e del significato dei sintomi ansiosi:

  • Trattamento psicofarmacologico: in pazienti affetti da ansia in forma severa (ansia che ostacola le semplici attività sociali-lavorative del soggetto), si consiglia la combinazione di un trattamento psicoterapico e di uno farmacologico, al fine di restringere i tempi di guarigione dalla malattia. La decisione di intraprendere o meno un trattamento farmacologico dipende comunque da più fattori, tra cui la gravità della sintomatologia, l'urgenza del controllo dei sintomi, l’età del soggetto, la comorbilità con altre patologie e le scelte del paziente.
  • Psicoterapia: Qualsiasi tipo di ansia è importante. Quando ne trascuriamo o ignoriamo i sintomi come strategia per affrontare il problema, questi tendono a crescere e a invadere la nostra personalità, per questo cercare aiuto in tempo è il modo migliore per affrontare questi stati che provocano tanta sofferenza. Proprio perché non esiste un solo tipo di ansia, non esiste un unico modo per curarla, ma diversi approcci terapeutici: analitico-transazionale, cognitivo comportamentale, gestaltico, emdr, psicodinamico, interpersonale, ecc .Tali approcci si diversificano a seconda dell’orientamento teorico di partenza e delle strategie utilizzate nella cura dell’ansia che sono differenziate e modulate sulla base della specifica realtà individuale. In generale però tutti gli approcci psicoterapici hanno in comune l’obiettivo di far acquisire alla persona consapevolezza degli aspetti che favoriscono l’insorgere della sua ansia ed esercitare così una gestione adattiva e maggiormente funzionale su di essa. Le persone vengono, così, attivamente sostenute nella ricerca nel presente di risorse creative e maggiormente adattive che aiutino a migliorare la capacità di tollerare, affrontare e accettare l’inevitabile incertezza della quotidianità. Alcune strategie largamente utilizzate in diversi approcci terapeutici includono ad esempio i training di consapevolezza dei propri stati ansiosi, le esposizioni in vivo e immaginative, le ristrutturazioni cognitive delle credenze irrazionali (pensiero catastrofico, bisogno di controllo, intolleranza dell’incertezza, timore di commettere errori o perfezionismo patologico, autovalutazione negativa, intolleranza delle emozioni, eccessivo senso di responsabilità) e gli esercizi di problem-solving.
  • Attività sportiva: fare sport migliora il benessere emotivo e induce il cervello a secernere serotonina, ormone direttamente collegato allo stato d’animo e alle endorfine, sostanze chimiche che promuovo il sentimento di soddisfazione. Per questo motivo ballare, ad esempio, aiuta a gestire l’ansia ed è utile in caso di stress o di malumore.
  • Interventi psicoeducativi–esperienziali: sono rivolti a tutte le persone che vogliono apprendere nuove modalità di lettura di pensieri e stati d’animo. La condivisone in gruppo e la presenza di un facilitatore esperto in processi relazionali saranno gli elementi centrali di questo tipo di percorso che guiderà i singoli nel gruppo verso una maggiore consapevolezza relazionale dei propri stati interni e una rivisitazione in chiave cognitiva e comportamentale delle proprie manifestazioni ansiose.

 

Passaggio 6: conclusioni

Alla luce delle riflessioni sopra riportate, mi piace riprendere il pensiero di Seneca, con cui ho aperto l’articolo. Seneca diceva: “Forse, dovremmo vivere in modo semplice piuttosto che passare il tempo a prepararci a vivere. Lasciare che le cose siano. Lasciare scorrere gli eventi. Stare nel presente e non vivere in funzione di quello che accadrà in seguito”. E se questo non bastasse, non esitate a chiedere aiuto, perché chi lo fa possiede già una grande risorsa creativa contro l’ansia!

Autore

Ivana Bellinghieri

Psicologa, psicoterapeuta a orientamento analitico transazionale e terapista EMDR, Responsabile del Comitato Scientifico di Interago Academy. Come Trainer Ivana Bellinghieri si muove da sempre nell'ambito dei progetti formativi basati sul wellnes, interventi di parent training e di sostegno genitorialità. Si occupa inoltre di progettazione e conduzione di attività formative esperienziali su mindfullness e consapevolezza emotiva, al fine di promuovere un cambiamento negli Individui e nelle Organizzazioni.