Di Nicola Rizzo

Per chi volesse avvicinarsi al coaching valutando la possibilità di iniziare un percorso personale, credo sia importante conoscere cosa può aspettarsi da un percorso come questo e prendere in esame alcuni aspetti pratici del lavoro che farà con il suo coach.

Abbiamo provato a chiarire questi aspetti ponendo 4 semplici domande ad un coach membro ICF (International Coach Federation).

Cos'è il coaching?

Il coaching può essere definito come una pratica di sviluppo organizzativo e di supporto al cambiamento, focalizzata sulle abilità della persona o del team e indirizzata all’espressione di potenzialità ancora latenti.

In modo molto più semplice lo possiamo definire come lo stimolare le persone ad ottenere quello che vogliono, senza che qualcuno agisca al loro posto o insegni loro cosa fare.

È quindi un processo di accompagnamento, che poggia le fondamenta su di una relazione di fiducia e di partnership cioè di alleanza e di stimolo e che ha come meta la trasformazione di obiettivi in risultati.

Può coinvolgere: singoli individui, team con un obiettivo comune da raggiungere, gruppi di persone con le medesime abilità da sviluppare

Perché il coaching oggi?

Le occasioni per iniziare un percorso di coaching possono essere molte: il singolo che voglia aumentare alcune sue capacità; il professionista che si trovi ad affrontare cambiamenti di ruolo e responsabilità e voglia prendere coscienza del compito che lo attende; il giovane che voglia esplorare le sue aspettative rispetto all'ambiente di lavoro; il capo di risorse che voglia codificare il suo stile di leadership verso un coaching like.

Come è possibile una così ampia varietà di situazioni nelle quali ricorrere al coaching, e certamente ve ne possono essere altre? Semplicemente perché il contesto economico in cui viviamo ci ha abituati a frequenti cambiamenti, spesso repentini ed imprevisti e a livelli di complessità crescenti, sia per le condizioni esterne che per le rapide trasformazioni che le organizzazioni sperimentano al loro interno.

Per poter garantire continuità nel tempo sia all'impresa, sia al business e rimanere competitivamente sul mercato, oggi si richiedono alle organizzazioni e alle persone una maggior ampiezza delle competenze e flessibilità dei comportamenti, occorrono cioè, una leadership diffusa e un approccio costruttivo nei confronti del cambiamento.

Tutto questo si traduce nella sfida a saper affrontare scenari complessi e poco prevedibili, riorganizzazioni, internazionalizzazioni, pressioni competitive crescenti, diversity management attraverso creatività e innovazione, tramite approcci evoluti di management e di valutazione.

Diventa, quindi, necessario essere in grado di operare sempre più in team; di elaborare molte informazioni, alternando azione e riflessione; di pensare e decidere di più, in modo critico e autonomo, per non subire gli eventi ma gestirli in prima persona e responsabilmente.

È anche necessario adattare la comunicazione in modo flessibile, utilizzando l'intelligenza emotiva come variabile strategica per affrontare la terziarizzazione dell'economia e gestire efficacemente l'interdipendenza delle persone.

Tutto questo è possibile in vari modi, dalla formazione al mentoring, dalla lettura di testi specialisti alla partecipazione a seminari; tuttavia, crediamo che il singolo sia portatore di talenti, capacità e motivazioni che possiede e che semplicemente necessitano di essere fatte emergere.

Scriveva Plutarco: "la mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla che l'accenda e vi infonda l'impulso della ricerca e un amore ardente per la verità".

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Cosa accede in una sessione di coaching?

Il Coaching è una conversazione, durante la quale coach e coachee prenderemo in esame vari argomenti in un ambiente sicuro e confidenziale. Il coach farà domande aperte per esplorare e domande chiuse quando vorrà sollecitare l'impegno del coachee a compiere delle azioni. Il contenuto della conversazione dipenderà dal coachee, avrà a che fare con le sue priorità, anche se verrà dedicato un po' di tempo a rivedere le conversazioni precedenti, all'inizio delle sessioni in presenza o telefoniche.

Come prepararsi ad un percorso di coaching?

Prima di iniziare un’attività di coaching è opportuno che il coachee si prenda il tempo che serve per pensarci e annotare le sue considerazioni. Va definito esattamente quale sia l'ambito di sviluppo sul quale vuole lavorare, quale sia l'obiettivo che vuole raggiungere e quale sarà il parametro di riferimento che permetterà al coachee di valutare se ha raggiunto l'obiettivo che si era prefisso. Questa potrebbe essere l'occasione giusta per iniziare a scrivere un "diario di apprendimento" dove il coachee terrà traccia delle sue osservazioni, pensieri, scoperte.

Autore

Nicola Rizzo

Impegnato da molti anni nella formazione e sviluppo delle persone. Avvalendosi di strumenti diagnostici come Assessement Center, Development Center, Feedback 360° e tool online, disegna percorsi formativi adeguati e personalizzati per il raggiungimento delle performance attese da applicare a vari livelli di seniority. È certificato Trainer Audi e sta completando il piano di formazione come coach per il raggiungimento del livello ACC di ICF. Nel suo lavoro come coach, si impegna quotidianamente per il piacere di aiutare le persone a raggiungere i risultati che si sono prefissati. Psicologo, Psicoterapeuta ad orientamento analitico-transazionale e EMDR.Da anni Arteterapeuta oltre che attore e musicista. Il mix delle sue conoscenze lo portano ad essere un professionista poliedrico e capace di raggiungere il cuore e la testa delle persone con cui quotidianamente lavora sia in aula che in sessioni individuali. L’applicazione delle tecniche formative proprie dell’Arteterapia nelle Aziende, ha permesso di aprire nuovi orizzonti nell’ambito della “Cultura del Feedback"